di: Carmelita Cianci

Mosto cotto

La sua preparazione fa parte della secolare tradizione contadina abruzzese tramandata di generazione in generazione.

Il mosto cotto, conosciuto anche come miele d’uva, è un nettare dolcissimo che si ricava dalla lunga bollitura del mosto d’uva, protratta per diverse ore, a fiamma bassa, in paioli di rame. Il mosto cotto è denso, di colore violaceo scuro e dolce al palato.
La sua preparazione fa parte della secolare tradizione contadina abruzzese tramandata di generazione in generazione.

MOSTO COTTO

Il mosto cotto, che si prepara durante la vendemmia, ha origini antichissime. Questo nettare d’uva veniva utilizzato già ai tempi dei romani per insaporire diverse pietanze.
Nella sua preparazione, l’uva Montepulciano viene pigiata e il mosto fiore che ne deriva viene filtrato, quindi sottoposto a cottura.
Dal raggiungimento della fase di ebollizione, il mosto viene lasciato addensare a fuoco lento per circa 3 ore, finché non si riduce a circa un quarto del quantitativo di partenza.
Il mosto cotto ottenuto si lascia raffreddare e si imbottiglia per la conservazione, che può durare anche due o tre anni, in quanto garantita dall’elevato tasso zuccherino.

AREA DI PRODUZIONE

Tutta la regione.

IN CUCINA/ABBINAMENTI

È un ingrediente indispensabile per la preparazione di dolci come i “celli pieni” i ”calcionetti” natalizi e le “nevole” di Ortona.
In cucina lo si utilizza anche come guarnizione per creme e dolci, per condire l’insalata, le patate lesse, la carne o per accompagnare formaggi particolarmente stagionati. 

 

 

[Crediti | Foto di www.sangroaventinoturismo.it]