di: Laura La Spada

Mercato del Pane: il pane che parla abruzzese

Grani antichi, ricerca, filiera. Il progetto dei Fornai Esploratori made in Pescara

Per fare l’albero ci vuole il seme, cantava Sergio Endrigo. E per fare una pagnotta ci vuole - almeno - una spiga di grano, aggiungiamo noi, e non solo. Lo sa bene Luigi Morsella, panettiere e pasticcere abruzzese che nel suo forno TrePì, in provincia di Pescara, ha racchiuso il motto “pane, pasticceria e passione”

Questa espressione rappresenta un po’ la sintesi del fortunato progetto che oggi vanta numerosi riconoscimenti a livello nazionale. Parte tutto, appunto, dalla passione di Luigi verso il mondo dell’arte bianca e dalla volontà di verticalizzare la fornitura di prodotti di pasticceria e da forno all’interno degli store di distribuzione alimentare di famiglia, diffusi in tutto l’Abruzzo.

 

MERCATO DEL PANE: IL PANE CHE PARLA ABRUZZESE

Anche una grande catena di distribuzione - questo è il concetto di partenza - può avere pane e pasticceria buoni.

Così nasce il Forno TrePì a Turrivalignani (Pe): è il 14 febbraio 2014 e inizia quella che potremmo definire, a tutti gli effetti, una lunga storia d’amore con questo mestiere. Inizia qui perché Luigi è un autodidatta, appassionato di pasticceria da sempre e fornaio fra le mura domestiche.

Alla passione aggiunge lo studio, la formazione, la tecnica, alle quali si affianca ben presto un lavoro di ricerca sulle diverse tipologie e qualità di grani, sulla loro origine e il loro legame con il territorio, una costante che ancora oggi caratterizza marcatamente la linea produttiva dell’attività. Che nel 2018 si allarga con il primo negozio a Montesilvano (Pe): nasce il progetto Mercato del Pane, che si allarga due anni dopo con il secondo negozio a San Silvestro, sempre in provincia di Pescara e infine, nel 2022, con l’ultimo arrivato proprio nel cuore del capoluogo di provincia adriatico.

In mezzo c’è l’incontro con i Pau, la rete dei Panificatori Agricoli Urbani e la presa di coscienza che dietro l'atto del fare il pane c’è molto di più: c’è filiera, rete, predilezione per le materie prime locali.

"Non bisogna coltivare la terra perché sia produttiva, ma perché ci dia qualcosa di buono”, dice Luigi, mentre racconta tutto quello che di buono c’è nel loro progetto.

Un concetto, quello di buono, che va ben oltre l’esperienza sensoriale ed è anzi solo il punto di partenza per una concezione ben più ampia di fare cibo e - a monte di esso - agricoltura. 

Un pane che è buono perché è anche etico, giusto, rispettoso del lavoro di chi coltiva e della terra. Grazie ai contratti di filiera, accordi bonari con gli agricoltori locali, il forno TrePì-Mercato del Pane si impegna ad acquistare il grano dai coltivatori locali, fissando insieme a loro il prezzo all’unica condizione che non vengano effettuati trattamenti di diserbo e concimazioni chimiche; che il campo sia, in sintesi, il più naturale possibile. 

E così nei paesi di Palombaro (Ch) e Turrivalignani (Pe) è coltivato il grano Senatore Cappelli e un po’ di grano duro; la Solina nell'Aquilano, tra Capestrano e Forca di Penne, a Civitella Casanova (Pe) altro grano tenero; a Loreto Aprutino (Pe) il miscuglio.

L'ultima iniziativa è l’acquisto di sette ettari di terreni ad Abbateggio (Pe). Sono i primi di proprietà dell'azienda, nel 2022 hanno dato il primo raccolto e quest’anno vi sarà fatta la prima semina.

I PRODOTTI

Mercato del Pane
Le 9 varietà di pane sono tutte prodotte con pasta madre
Il negozio di Pescara centro, inaugurato nel 2022

Questo racconto di grani belli, buoni e sani ritorna poi nella linea produttiva di pani che conta ben nove varietà distinte, tutte realizzate con pasta madre

Ognuna diversa dall’altra per sapore, gusto, sentore, ma tutte accomunate dalla capacità di raccontare il territorio dal quale provengono - si legge sul sito del Mercato del Pane.

C’è infatti il Marrucino fatto con farina di Senatore Cappelli, il Vestino con farina di grano tenero Solina, Presidio Slow Food, il Peligno con patate coltivate in Abruzzo.

Oltre al pane troviamo pizze e focacce e poi i dolci come l’ineffabile, cavallo di battaglia dei lievitati. E poi gli ultimi arrivati in casa, gli intrepidi, una proposta di ricette tradizionali genuine in vasocottura.

"Un comune denominatore? La stagionalità - conclude Luigi -. Da noi è il rispetto dei ritmi della terra e delle stagioni a governare, soprattutto nella linea di pasticceria. La base della nostra ricerca c’è l’idea che il cibo sia molto più che un veicolo per nutrirsi".