di: Carmelita Cianci

La Montagna Madre, culla di cereali

La Maiella, alveo di grani antichi

La Valle Giumentina, fertile altopiano nel Parco Nazionale della Maiella, è la culla di cereali antichissimi, ecotipi locali di grani teneri come solina, frasinese, casorella, gentil rosso, e poi farro, miglio, orzo, saragolla, coltivazioni tornate a nuova vita grazie all’impegno e al lavoro di agricoltori custodi della biodiversità di questi luoghi.

Varietà di frumento dal basso tenore di allergeni, con meno glutine e diversa qualità e struttura chimica, più digeribile rispetto ai grani contemporanei e convenzionali.

I cereali antichi diventano fragranti pagnotte lievitate naturalmente e cotte lentamente nei forni a legna degli panettieri locali.

SOLINA

E’ una varietà di frumento tenero che ha trovato il suo habitat ideale nelle aree montane abruzzesi, fino ad altitudini superiori ai 1000 metri s.l.m..
In quanto grano “rustico” non necessita di particolari attenzioni per essere coltivato e si adatta ai terreni poveri e ai climi rigidi montani. Il suo apparato radicale offre poco spazio alle erbe infestanti quindi ben si presta alla coltivazione biologica.
La Solina è ricca di fibre, ed è una varietà di grano antico a basso tenore di allergeni, ha meno glutine ed è più digeribile rispetto ai grani convenzionali. È contraddistinta da un sapore intenso e da un caratteristico profumo di montagna. La farina ottenuta dalla Solina è poco tenace, quindi adatta alle lavorazioni manuali, in particolare alle preparazioni di pasta, dolci tradizionali e pane.

FRASINESE

Tra le varietà più antiche di grano tenero, è contraddistinto dallo stelo alto, oltre un metro, e dalla spiga senza baffi. La sua altezza, gli permette di competere con le erbe infestanti e quindi sopprimerle naturalmente. Viene seminato in autunno.
La farina di Frasinese si presta alla preparazione di pasta, pane, pizza e dolci.

CASORELLA

La Casorella è un frumento tenero di taglia alta, contraddistinto dalla spiga priva di ariste di medie dimensioni. Il chicco è piccolo e allungato, leggero, di aspetto dorato-aranciato. La semina si effettua in autunno e la raccolta in luglio-agosto. Nel corso dei secoli questo il seme è stato progressivamente accantonato per far posto ad altre tipologie di grano che invece presentavano caratteristiche più confacenti alla trebbiatura meccanica ed alle altre macchine agricole.

GENTIL ROSSO

Antica varietà di grano tenero, un tempo era coltivato e diffuso in tutta Italia. Originario della Toscana, negli anni 20 del secolo scorso rappresentava il 20% della produzione nazionale, mentre oggi è un grano ad elevato rischio di erosione genetica e di difficile reperibilità, prodotto in piccolissime quantità sul territorio. È contraddistinto da una notevole rusticità ed adattabilità, quindi ha una buona resistenza alle malattie. La sua incredibile altezza (cm 165 ed oltre) lo rende sensibile all’allettamento, motivo per cui è stato progressivamente abbandonato per lasciare il posto a varietà di taglia più bassa e produttive che garantivano rese maggiori.

SARAGOLLA

Coltivato anticamente nella fascia compresa tra l’Anatolia e l’Altopiano iranico e tra l’Egitto e la Mesopotamia, il grano Saragolla, secondo diverse fonti, fu introdotto in Abruzzo nel 400 d.c. da popolazioni “proto bulgare” di provenienza mediorientale. Nel secondo dopoguerra si diffuse in Nord America dove è conosciuto come Kamut. 
Il grano Saragolla è considerato l’antenato dei moderni grani duri; ha taglia media, spiga aristata, è contraddistinto da una grande resistenza alle malattie fungine, da un costante ed elevato potenziale produttivo e da eccezionali caratteristiche qualitative della semola. In quanto grano “rustico” non necessita di particolari attenzioni per essere coltivato ed è predisposto alla coltivazione biologica. Contiene dal 20% al 40% di proteine in più rispetto agli altri grani duri con percentuali elevate di amminoacidi, vitamine e minerali tra i quali selenio e beta carotene che lo rendono adatto alla pastificazione. È molto digeribile perché ha un basso contenuto di glutine e si presta alla preparazione di torte, biscotti, pasta fatta in casa e pane.

FARRO

Il farro è presente in Abruzzo da tempi remoti, storicamente coltivato per il consumo familiare su piccoli appezzamenti nelle aree montane. La varietà più diffusa sul territorio è quello medio, appartenente alla specie botanica Triticum dicoccum.
È un cereale che esprime il suo potenziale produttivo anche in ambienti difficili e marginali; è tradizionalmente una coltura a basso apporto energetico per il limitato numero di interventi colturali e, proprio per questo, è annoverato tra i prodotti che possono essere ottenuti con pratiche di agricoltura biologica.  Viene commercializzato perlato e decorticato (da preferire in quanto ricco di vitamine e sali minerali). La farina che si ottiene dal farro si presta in particolare per la panificazione e dà vita a prodotti contraddistinti da una certa aromaticità.