di: Carmelita Cianci

5 dolci tentazioni natalizie

Esplorazione tra le leccornie del Natale abruzzese

In occasione del Natale, in tutte le case abruzzesi si sfornano e sfoggiano miriadi di preparazioni.
Il titolo suggerisce cinque dolci, effettivamente in questa breve rassegna quelli che vi proponiamo sono dolci legati esclusivamente al Natale, tuttavia nel periodo più calorico dell’anno non ci facciamo mancare i celli pieni, le sfogliatelle di Lama dei Peligni, le nevole di Ortona, le pizzelle, le ferratelle, le totere casolane, il bocconotto di Castel Frentano, quello di Montorio al Vomano, i mostaccioli, le mandorle atterrate…solo per citarne alcuni. Ma ora veniamo alla nostra rassegna, al peso forma ci penseremo dopo le feste!

CALCIONETTI O CAGGIONETTI

Calcionetti

I caggionetti o calcionetti, in dialetto locale anche “caggiunitt’”, sono dolci tipici del periodo invernale e natalizio diffusi in tutta la regione. Fragranti fagottini fritti, per aspetto ricordano i ravioli, ripieni con una farcitura che varia da zona a zona. Tra i più quotati quello con la confettura d’uva (scrucchiata), il più delicato di mandorle e miele, fino al più rustico di ceci e cacao. Una versione molto popolare, diffusa nel teramano, è quella con il ripieno di castagne che prevede tra gli ingredienti anche il miele, il cedro candito, il cioccolato fondete, le mandorle, il rum, la scorza di limone grattugiata e la cannella.
Qui la ricetta dei calcionetti di ceci, caco e mosto cotto.

SCARPONI

Scarponi

In valle Peligna, e in particolare a Sulmona, è considerato il dolce del Natale e delle grandi occasioni. Si tratta di morbidi e fragranti biscotti ottenuti con mosto cotto, cioccolato e frutta secca. Sul territorio si possono apprezzare tante versioni degli scarponi che differiscono principalmente per le dosi dei rispettivi ingredienti, l’aggiunta o meno delle mandorle, quella di altri aromi naturali come la scorza di limone o l’utilizzo del rum.
Qui la ricetta.

PARROZZO


Parrozzo

Il parrozzo ha origini legate alla tradizione rurale della provincia pescarese e un tempo era conosciuto come semplice “pan rozzo”: una pagnotta semisferica preparata con la farina di mais e cotta nel forno a legna.
Nel 1920 Luigi D’Amico, pasticcere pescarese, rielabora la ricetta: lascia la forma intatta, riproduce il giallo del granturco con uova e semolino e aggiunge una copertura di cioccolato per rievocare quelle bruciacchiature tipiche della cottura nel forno a legna. È così che nasce il parrozzo, il dolce del Natale abruzzese, contraddistinto dalla forma a cupola, da una consistenza corposa e granulare, e dal caratteristico sapore: un connubio di mandorle e cioccolato con un leggero retrogusto agrumato.
Qui la ricetta.

SCRIPPELLE, CRISPELLE O CRUSTELE

Scrippelle

I fritti per eccellenza del periodo natalizio, diffusi in buona parte del territorio regionale e in particolare in provincia di Chieti dove sono conosciuti anche con l’appellativo di crustele, o crispelle. Le scrippelle, da non confondere con quelle teramane, si presentano con la forma allungata e attorcigliata, hanno una superficie esterna dorata, consistenza morbida, e si consumano dopo essere state ricoperte da una generosa spolverata di zucchero. Le versioni diffuse sono davvero tante e si distinguono per forma, più o meno piccola, ed ingredienti: c’è chi aggiunge, nell’impasto, l’uvetta, chi scorza di arancia e cannella, chi non prevede la spolverata di zucchero finale sulla superficie. In particolare il “crustele”, a Casoli, viene apprezzato soprattutto “salato” e tra le varianti ci sono quelle che nell’impasto contemplano persino baccalà o alici.
Qui la ricetta delle scrippelle dolci.

TORRONE

Torrone

Il torrone in Abruzzo è un affare serio, soprattutto a Sulmona, L’Aquila e Guardiagrele. Nel capoluogo peligno viene realizzato con nocciole tostate, miele e cacao, con la classica ostia che ricopre la base e la parte superiore della stecca. A L’Aquila, il torrone tenero al cioccolato è una creazione originale della famiglia Nurzia che ne conserva gelosamente la ricetta da oltre un secolo. Si presenta nella tipica forma “a barretta”, con le nocciole tostate in bella mostra sui lati e l’ostia che lo riveste. Diffuso anche quello bianco e croccante, con aroma di limone e con le mandorle o nocciole tostate.
Se il torrone di Sulmona e quello dell’Aquila un po’ si somigliano, non possiamo dire lo stesso per quello di Guardiagrele. Nel borgo alle pendici della Maiella, il torrone si presenta piccolo e compatto, di consistenza croccante, con gusto deciso e bilanciato in dolcezza. La produzione di questo croccante oggi è limitata ed è difficile da reperire se non in alcune pasticcerie di Guardiagrele. Un tempo contava tra i suoi tanti estimatori persino lo scrittore Ignazio Silone.