di: Laura La Spada

Street food da Ferragosto:5 morsi da non perdere

Il cibo di strada per eccellenza in Abruzzo

Che sia in une delle innumerevoli sagre estive, che sia al mare o a passeggio tra i vicoli, in Abruzzo non lasciamo niente al caso e anche il cibo di strada vi sorprenderà le papille gustative. Ecco i cinque must da provare.

Street food abruzzese: 5 piatti da non perdere

Marrocche arrosto
Pizze fritte
Arrosticini
Panino con la porchetta
Pizzette in teglia

La marrocca

Non lasciatevi spaventare dal nome: la “marrocca”, in Abruzzo, non è altro che la spiga della pianta di granturco, cioè la pannocchia. Che ci crediate o no, questo frutto della terra tanto semplice si trasforma in un vero e proprio protagonista dell’estate abruzzese. Nelle numerose sagre in tutte e quattro le province della regione, è molto frequente trovare il banco che le serve lessate oppure - ancora più gustose - arrostite alla brace. Cartoccio in mano, e si passa al prossimo stand!

 

La pizza fritta

Sagra che vai, pizza fritta che trovi. Gli abruzzesi non temono le temperature e anche nei mesi più torridi non si rinuncia mai a una buona dose di frittura. Soprattutto per onorare le feste, in cui la scorpacciata di pizze fritte è davvero un must. Chiamate anche pizzonte, letteralmente “pizze unte”, si tratta di nient’altro che l’impasto lievitato per la pizza, steso velocemente a mano e fritto in olio bollente. Dischi di bontà da condividere spezzandoli tra amici (fidatevi, le dimensioni lo consentono) oppure da gustare in un solo boccone. Magari accompagnandoli con salumi e formaggi locali. 

 

Gli arrosticini

Vietato passare in Abruzzo senza assaggiarli! Stiamo parlando dello street food regionale per eccellenza, gli arrosticini. Pezzetti di carne di pecora e di grasso che vengono infilzati alternati su stecchini di legno e poi cotti sull’apposito braciere, chiamato “fornacella”. Gli arrosticini, orama,i sono diffusi in tutto l’Abruzzo e diverse aree della regione se ne contendono la paternità. Posto che la loro origine è profondamente legata alla cultura pastorale abruzzese, le tesi più accreditate li collocano nell’entroterra pescarese, nelle zone tra Farindola, Villa Celiera e Pianella. Chiedete ai vostri amici abruzzesi di prepararveli: è necessaria una mano esperta per la cottura, che dovrà mantenere morbida e succosa la carne ovina. Oppure cercateli alle feste di paese, vi basterà seguire la scia del loro profumo. 

 

Il panino con la porchetta

Impossibile descriverlo a parole: il panino con la porchetta abruzzese regala morsi al sapore di felicità. A differenza della cugina romana, la porchetta in Abruzzo non viene mangiata come affettato ma, ancora calda, è tagliata a fette dello spessore di 1-2 centimetri e accompagnata con il pane. Il maiale viene prima aromatizzato con spezie e sale e poi cotto, secondo la tradizione, nel forno a legna. Una delle più antiche è quella di Campli in provincia di Teramo, dove ogni anno ad agosto si ripete la celebre sagra. L’entroterra del chietino propone anche due particolarissime varianti che prevedono l’inserimento di mandorle pelate o prugne secche all’interno della porchetta. Dai compleanni, ai matrimoni, alle sagre, siate pur sicuri che in Abruzzo la porchetta non mancherà. Ma se volete ancora più certezza, affidatevi ai locali e fatevi consigliare il migliore “porchettaro” in zona. Insistete pure per avere un pezzo di crosta e non vorrete più lasciare l’Abruzzo! 

 

La pizzetta in teglia

A proposito di cibo di strada, c’è una tradizione tutta pescarese che vale la pena assaporare. Parliamo della pizzetta in teglia, fragranti ruote di circa 15 centimetri di diametro cotte in teglia in forno elettrico. Sono il cibo perfetto da scegliere d’estate in spiaggia, passeggiando per le strade del capoluogo pescarese o per una cena sfiziosa. Anche in questo caso le varianti non mancano e l’origine della pizzetta si perde tra storia e leggenda. Se sul lungomare spicca Trieste, a cui va il merito di aver esportato le pizzette fuori regione e addirittura fuori Italia, ben presente con numerose sedi in città è anche il forno della famiglia Ciferni. Un nome e una garanzia è Donna Tina, il locale oggi gestito dal nipote della storica signora Clementina che ha fatto amare le pizzette tonde a tutta la città. E poi c’è Ercolino, i più nostalgici lo ricorderanno per aver sfamato generazioni di studenti. Le pizzette classiche sono la rossa con mozzarella e la bianca, ma numerose varianti esaltano al meglio i prodotti del territorio. Sarà difficilissimo limitarsi ad assaggiarne solo una.

 

 

[Crediti | Foto: Sagra della porchetta italica di Campli, Trieste pizza]