di: Carmelita Cianci

Resistere, storie dalle aree interne: Duilio Antonucci

A Pescasseroli praticare l’agricoltura di un tempo, seppure con difficoltà, è ancora possibile.

“Riabitare i paesi non è questione di soldi. I soldi servono a farli più brutti, a disanimarli. Per riabitare i paesi servono piccoli miracoli, miracoli talmente piccoli che li possono fare uomini qualunque, quelli che vediamo in piazza, quelli a cui non chiediamo niente, quelli che sembrano perduti. Per riabitare i paesi bisogna credere ai ragazzi che sono rimasti e a quelli che potrebbero tornare: abbiamo mai chiesto a qualcuno veramente se vuole tornare? Per riabitare i paesi ci vuole una nuova religione, la religione dei luoghi. Ecco il punto, la questione non è economica, ma teologica… Bisogna spiegare a chi è rimasto e a chi è andato via che in un paese c’è una sacralità disoccupata, la stessa che c’è dentro di noi. Bisogna prendere la via dei paesi perché un posto quanto più è piccolo più è grande e quanto più è ai margini tanto più è centrale. Oggi la soluzione è essere inattuali e dunque la soluzione è vivere in un paese… Io, per esempio, adesso abito in un paese che va dal Pollino alla Maiella. Sono un ricco possidente, ho case e terreni in ogni paese che attraverso e ogni giorno, appena posso, mi fermo all’aria aperta, faccio festa”.

“Cedi la strada agli alberi”, Franco Arminio.

Resistere, storie dalle aree interne: Duilio Antonucci

Duilio Antonucci
Il terreno a Pescasseroli
La lenticchia
Il terreno a Pescasseroli
Le patate
Lenticchie

Duilio Antonucci è ancora studente all’Istituto Agrario di Castel di Sangro quando inizia a coltivare un piccolo fazzoletto di terra a Pescasseroli, borgo montano che ha dato i natali a Benedetto Croce, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

L’agricoltura non è materia sconosciuta in casa Antonucci: i suoi avi erano pastori transumanti che nel tempo hanno investito in terreni agricoli, soprattutto in Puglia, mentre suo padre coltiva cereali per l’industria.
La strada che intraprende Duilio è diversa, e di primo acchito sembra quasi un azzardo: in un territorio ormai spopolato, dove l’agricoltura negli anni ha ceduto il passo al turismo, ed è ormai un settore marginale rappresentato quasi esclusivamente dal foraggio per gli animali, lui decide di restare, andare controtendenza e puntare sui grani antichi, sulle colture tipiche di questi luoghi che nel tempo sono state abbandonate.

Coltivare da queste parti non è una passeggiata, il terreno è ripido, sassoso, a tratti ostile, e tutta l’area è generosa di fauna, quindi cervi e cinghiali possono rappresentare un limite per l’attività agricola: un deterrente non da poco per chi vuole intraprendere il mestiere dell’agricoltore.

Duilio invece ci crede e persevera: contro lo scetticismo dei suoi compaesani e i dubbi iniziali della sua famiglia, torna a coltivare il grano solina, le lenticchie, il farro, i fagioli, le patate gialle e rosse. 
Fa tutto da solo - O la va, o la spacca - dice, e subito dopo il diploma trova qualche terreno in affitto e sperimenta: all’inizio va per tentativi, il primo anno il raccolto è scarno, poi al secondo va meglio, investe parte dei suoi risparmi in una seminatrice per il frumento e in una mietitrebbia usata, e a piccoli e timidi passi l’attività decolla.

Il ragazzo ci mette passione e impegno, tutto viene eseguito meticolosamente, dal lavoro della terra, alla realizzazione dei prodotti come la farina: la molitura del grano la va a fare al mattino presto, quando le pietre del mulino sono ancora fredde, così da non scaldare troppo la farina durante la lavorazione e ottenere un prodotto finito di qualità.

Sul fronte bio, in attesa di una futura certificazione, Duilio segue i dettami dell’etica biologica, coltivando nel pieno rispetto della natura e senza l’utilizzo di sostanze chimiche. Quanto ai nuovi progetti ha voglia di puntare sul grano duro, mai coltivato da queste parti, e sogna un piccolo laboratorio di “pasta all’uovo” nel centro di Pescasseroli.

Sono passati cinque anni dall’inizio di quello che sembrava un “azzardo”, oggi Duilio ha appena 23 anni e raccoglie i primi frutti del suo lavoro, del suo impegno, della sua passione, dei suoi sacrifici, della sua perseveranza, del suo sogno, e ci dimostra che a Pescasseroli praticare l’agricoltura di un tempo, seppure con difficoltà, è ancora possibile.


Azienda Agricola Antonucci
Via Santa Lucia, 3, 67033 Pescasseroli
antonucciduilio@gmail.com
Tel.324.7455731

 

[Crediti | Foto di Duilio Antonucci - Foto di copertina Carmelita Cianci]