di: Carmelita Cianci

Fagiolo Tondino del Tavo

Cresce nella vallata del fiume Tavo, in provincia di Pescara

Il “Tondino del Tavo” cresce nella vallata del fiume Tavo, in provincia di Pescara. È un piccolo fagiolo di colore bianco latte-avorio con buccia sottile e forma tondeggiante, da cui  il nome “tondino”.
È un Presidio Slow Food.

FAGIOLO TONDINO DEL TAVO

Ha origini antiche, la sua coltura era andata persa in quanto preferito al più economico e produttivo fagiolo Borlotto, e solo negli ultimi anni è stato recuperato grazie ai semi custoditi da alcune famiglie. Considerato prodotto “sociale”, ricchezza di un’intera comunità, localmente era conosciuto anche come “fasciule a bucielle”.

È storicamente coltivato vicino le sponde del fiume Tavo perché necessita di un elevato fabbisogno idrico. Il tondino è custodito in un baccello allungato che può contenere fino a otto semi. Ha dimensioni medio-piccole e consistenza dura. È rigorosamente selezionato a mano: la semina avviene dopo il 15 giugno, la fioritura dopo la seconda decade di agosto, la maturazione e quindi la raccolta dopo la seconda decade di ottobre.

Viene solitamente consumato secco, ma anche fresco. È un prodotto unico, puro e antico, profumato e dal sapore delicato. È contraddistinto da elevate proprietà nutrizionali e la buccia sottilissima, che consente una rapida cottura, lo rende particolarmente digeribile.
Il Consorzio di Tutela del Fagiolo Tondino del Tavo promuove la valorizzazione e promozione di questo prezioso e antico legume che è anche Presidio Slow Food.

Per valorizzare il Tondino del Tavo è nata una Comunità di Prodotto supportata dal Gal Terre Pescaresi.

AREA DI PRODUZIONE

Lungo la vallata del fiume Tavo, nel comprensorio della provincia di Pescara delimitato dai Comuni di Cappelle sul Tavo, Collecorvino, Farindola, Loreto Aprutino, Moscufo e Penne.

IN CUCINA/ABBINAMENTI

Prima della cottura, deve essere messo in ammollo in acqua fredda per una notte.
Lo si può apprezzare lesso e condito con olio extravergine di oliva, nelle minestre o nelle insalate. È utilizzato anche come condimento per le paste tradizionali come le sagne o le sagnette. 

 

 

 

[Crediti | Foto di Slow Food Abruzzo]