di: Marcella Pace

Ventricina teramana

Il salume abruzzese dal spalmare apprezzato dal re di Napoli nel XVIII secolo

Salume tipico abruzzese, uno dei più antichi della tradizione norcina italiana, l’origine del nome Ventricina è un chiaro richiamo allo stomaco del maiale (il ventre), che in passato era considerato come simbolo di abbondanza, tanto da essere ucciso nei giorni di festa. 

A differenza della “cugina” del Vastese, che si presenta a grana grossa, di un colore rosso acceso, la Ventricina Teramana ha un colore più tenue e una consistenza morbida, che la rende perfetta per essere spalmata.  La stagionalità del prodotto prevede la produzione durante i mesi più freddi, principalmente in autunno-inverno, per via delle basse temperature ed è in commercio durante tutto l’anno.

 

VENTRICINA TERAMANA

Molto apprezzata dal Re di Napoli nel XVIII secolo, la Ventricina teramana, o ventresca nel dialetto locale, insieme alla ventricina vastese, rappresenta la nota piccante della regione. 

Per produrre la Ventricina Teramana, che è un Prodotto Agroalimentare Tradizionale (Pat), e ottenere la sua peculiare spalmabilità, si utilizza una percentuale di grasso di maiale che si aggira attorno al 50-70 per cento, a cui si aggiunge una parte di magro, che può essere spalla o pancetta. Una volta amalgamato il tutto si aggiungono le spezie che danno la firma distintiva del produttore. 

Diverse sono le varianti per la forma finale. Una versione è il culatello dove l’impasto, insaccato nella vescica di maiale o in budello naturale o sintetico, è conservato appeso; in alternativa l’impasto può essere riposto in un barattolo di vetro, in sostituzione dell’involucro animale. Il risultato è un salume unico, particolarmente grasso, di colore chiaro, rosato e punteggiato dagli ingredienti triturati grossolanamente. È possibile consumare la Ventricina Teramana entro 3 mesi, circa, dalla produzione, ma la stagionatura ideale si raggiunge dopo i tre mesi.

Al palato ha un sapore unico e rotondo. La sua consistenza grassa, le sfumature di gusto, date dalle spezie e dalle essenze naturali, le donano un accento piacevole. Può essere dolce o piccante. 

 

 

ZONA DI PRODUZIONE/COLTIVAZIONE

Fascia montana, pedemontana e collinare del comprensorio dei Monti della Laga e del Gran Sasso.

 

IN CUCINA/ABBINAMENTI

Questo salume, confezionato in vasetti di vetro o insaccato, si può consumare spalmato sul pane, preferibilmente bruschettato o come ingrediente per sughi e pizza. Il vino migliore per esaltare le caratteristiche di questo salume pregiato è un buon rosso locale, ad esempio un giovane Montepulciano d’Abruzzo, o un Cerasuolo d’Abruzzo Doc. Avendo una spiccata grassezza, anche una bollicina può riservare interessanti sorprese. 


 

 

Foto di Accademia Cucina Teramana