di: Laura La Spada

Marrone di Valle Castellana

Un frutto dell'autunno pregiato e antico, tipico dei Monti della Laga

Nelle aree montane della Laga, questo frutto un tempo costituiva la base dell'alimentazione popolare, prestandosi a svariati utilizzi.

MARRONE DI VALLE CASTELLANA

Nella vallata del Castellano, area della provincia di Teramo incastonata tra i Monti della Laga, la cura dei castagneti e la raccolta dei relativi frutti era pratica diffusa nel già dal XIII secolo, come attestato da diverse fonti storiche.

Questa particolare varietà di marrone appartiene alla specie Castanea sativa L. ed è riconosciuta come Prodotto Agricolo Tradizionale (PAT) della Regione Abruzzo. 
La forma è ovale-ellittica e la torcia, cioè l'apice è di dimensioni medio-grandi. La buccia è di colore marrone lucido con striature rossastre, e la cicatrice ilare alla base del frutto è piccola, regolare e rettangolare. La pellicola interna (epismerma) è sottile e si separa facilmente dalla polpa, che ha un sapore eccellente.

La raccolta dei frutti nelle zone a minore altitudine avviene nel tardo autunno mediante battitura dei ricci e la creazione successiva di ricciaie, dove i marroni vengono venduti o lasciati in conservazione fino a dicembre.
Nelle zone più elevate come Morrice e Pietralta, cha raggiungono 800-1000 metri di altitudine, la maturazione è ritardata di circa 15 giorni rispetto ad altre aree, e si aspetta la caduta naturale dei frutti.

La "curatura", cioè l'immersione dei marroni in acqua per 5-6 giorni seguita dall'asciugatura, ne favorisce la conservazione e dunque la commercializzazione anche nei mesi successivi alla raccolta. 

AREA DI PRODUZIONE

Il comune di Valle Castellana e alcune aree limitrofe.

IN CUCINA/ABBINAMENTI

Marrone di Valle Castellana
Marrone di Valle Castellana cotto alla brace

È tradizione cuocere queste castagne sulla brace per gustarle insieme al vino novello.
Il marrone viene utilizzato anche come farina per impasti dolci o pasta fatta in casa, o per arricchire zuppe di legumi e secondi piatti.

 

[ Crediti | Foto di archivio Arssa, Archivio Ente Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga ]